Censimento degli ebrei di Roma (copia dello schedario della Prefettura), 1938-1940
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Censimento degli ebrei di Roma (copia dello schedario della Prefettura), 1938-1940
Censimento degli ebrei di Roma (copia dello schedario della Prefettura), 1938-1940
3 faldoni:
n° 1 contiene i volumi 2, 8, 9,10;
n° 2 contiene i volumi 11, 12, 13, 15;
n° 3 contiene i volumi 14, 16 (?), 17.
Si tratta di una raccolta di schede nominative (sono fogli prestampati molto fini e leggeri, riempiti con macchina da scrivere), contenute all’interno di schedari rettangolari con copertina di cartone nero tenuta insieme da due grosse viti, definiti “volumi” in costola, indicanti per ciascuno/a: cognome, nome, padre, madre, luogo e data di nascita, condizione (intesa come “condizione lavorativa”; si tratta di un’indicazione spesso assente), stato civile (nubile, celibe, vedovo/a, coniugato/a), provenienza (se la persona è originario/a di Roma, viene indicato con “nascita”, nel senso di “romano/a di nascita”), indirizzo, numero del foglio di famiglia (si tratta presumibilmente di un’indicazione catastale), matrimonio religioso, religione del coniuge, religione dei figli (queste ultime tre voci sono per lo più lasciate in bianco). In alcune delle schede è presente la dicitura “Rinvio” con il rimando ad altro nome indicante la stessa persona, come nel caso delle donne, aventi un cognome diverso prima e dopo il matrimonio, ma anche di uomini, indicati con nomi diversi. Queste schede con l’indicazione “rinvio” hanno un colore diverso (celeste chiaro, non bianco come le altre), e da un controllo sommario sembra che la stessa persona indicata con due nomi diversi non sia presente con due schede diverse, ma una sola volta con una scheda celeste anziché bianca. Tuttavia, non mancano errori.
Gli schedari non separano maschi e femmine, che sono inseriti uno di seguito all’altra.
Anche se le schede sono disposte sempre in ordine alfabetico per cognome, nome e, in caso di omonimia, nome del padre, la numerazione delle stesse non sempre è progressiva (non solo alcune schede si trovano uno o due numeri oltre quello in cui dovrebbero stare, ma talvolta la numerazione si interrompe e riprende da un altro numero), per cui non compare l’indicazione finale del numero totale degli ebrei schedati. Da una prima sommaria ricognizione, il totale dei nominativi di ebrei romani presenti nel fondo assomma a circa 9834 unità (numero da sottoporre a verifica).
Composto in origine da 17 schedari, il fondo risulta mancante dei volumi 1, 3, 4, 5, 6, 7.
Sui volumi che compongono il fondo non vi è alcuna indicazione temporale, ma gli anni 1938-1940 che compaiono nella denominazione del fondo trovano conferma (oltre alle misure che precedettero e seguirono l’emanazione delle leggi razziali del 1938) e ancor più specifico ambito temporale, dalla presenza, tra gli schedati, di David Prato, rabbino capo di Roma per un breve periodo, tra il gennaio del 1937 al dicembre 1938 (si veda la scheda n° 14246 del vol. 12, ove però non è indicato come rabbino) e dall’assenza del nome di Eugenio Zolli (Israel Zoller), che fu rabbino capo di Roma dal 1939 al 1943.