Massimo Adolfo Vitale

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Massimo Adolfo Vitale 
Laureato in giurisprudenza, inizia la carriera militare nell'arma di cavalleria. Dopo aver ottenuto il brevetto di pilota, partecipa alla guerra di Libia come comandante di una squadriglia aerea. Combatte la prima guerra mondiale nella Terza Armata ed ottiene una medaglia d'argento al valore militare e una croce al merito di guerra. Tra il 1919 e il 1922 continua la sua attività nell'arma aerea, prima in Eritrea poi in Somalia; quindi passa in Libia, ove crea negli anni successivi, il corpo dei meharisti, di cui è stato il comandante. Dirige operazioni militari ed imprese esplorative di notevole interesse scientifico. Trasferito in Libia nel febbraio del 1938 e nominato, sotto le dipendenze del prefetto Carlo Pini, vice prefetto di Derna in Cirenaica, viene allontanato dal servizio a causa delle leggi razziali nel marzo 1939; qualche anno dopo la sua riammissione è garantita dalla legge 9 del 2 gennaio 1944 che reinserisce i funzionari dell'amministrazione di Stato di religione ebraica. Nell'autunno del 1944 rientrato in Italia prende servizio presso il Ministero dell'Africa italiana e ricopre la posizione di capo dell'Ufficio mostre ed esposizioni e a dirige il Museo dell'Africa italiana. Dalla fine del 1944 fino ai primi anni '50 Vitale è alla guida del Comitato ricerche deportati ebrei (CRDE) a Roma. Chiamato dal commissario dell'Unione delle comunità israelitiche italiane (UCII), Giuseppe Nathan, Vitale indaga sulla sorte degli ebrei italiani deportati nei campi di sterminio nazisti. In veste di presidente del CRDE stabilisce contatti e relazioni con istituti, enti pubblici e privati, nazionali e internazionali per la ricerca probatoria sugli arresti e le deportazioni. 
Massimo Adolfo Vitale 

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